Lettera pastorale: la comunità cristiana del futuro

Nella lettera pastorale scritta per la Quaresima 2024, il vescovo Ivo Muser offre una risposta alla domanda “Perché rimango?”, intesa come impegno del credente nel prossimo futuro dentro la comunità cristiana e la Chiesa. Il vescovo fa appello alla responsabilità della singola persona e sottolinea in particolare l’esigenza di saper andare controcorrente e di professare la dimensione sociale della fede.

Il vescovo Ivo Muser parte dalla sua visione della Chiesa locale fra 15 anni: “Nel 2038 saremo meno numerosi, più umili e impotenti. Le nostre comunità di fede si saranno ridimensionate, la Chiesa avrà meno rilevanza e sarà meno accettata a livello sociale.” La lettera pastorale invita tutti a confrontarsi con questa visione, mettendola in relazione con la propria esperienza di vita: “Ancor più di oggi – scrive il vescovo – le persone dovranno decidere personalmente cosa significa per loro la fede e perché vogliono rimanere nella comunità della Chiesa”, perché “non c’è solo una crisi della Chiesa, ma in gioco c’è la domanda su Dio.”

Il futuro della Chiesa

Ma la Chiesa, secondo Muser, ha un futuro, “perché ci sono persone che si riconoscono cristiane con gioia e convinzione. La Chiesa ha un futuro laddove c’è speranza cristiana e capacità di dialogare con la società e la cultura su una base di fede. La Chiesa ha un futuro laddove le persone celebrano la domenica e l’anno liturgico, dove si accompagnano reciprocamente nei momenti gioiosi e tristi della vita e dove noi testimoniamo un senso e una speranza al di là della pura vita materiale e terrena.”

Ma serve anche altro: il vescovo osserva che “la Chiesa del nostro tempo non sopravviverà se eviterà ogni conflitto. Una Chiesa che non suscita opposizione nella nostra società complessa e pluralistica, una Chiesa che desidera solo essere lodata perché dice ciò che tutti dicono e che si lascia trasportare dalla corrente delle opinioni, deve chiedersi se è veramente sulla retta via del Vangelo.” Di conseguenza i cristiani, sottolinea Muser, “non vivono per se stessi, ma si impegnano per la società in cui vivono. Si adoperano per gli altri, possono mettere se stessi in secondo piano, vivono in modo sobrio e si prendono cura responsabilmente del prossimo e dell’ambiente. Si considerano missionari al proprio posto.”

In questo cammino della Chiesa il vescovo ricorda anche un anniversario importante: “Nel 2024 si celebrano 60 anni dall’erezione della nostra diocesi di Bolzano-Bressanone, un nuovo capitolo in un lungo e movimentato percorso storico. Ricordo il vescovo Joseph Gargitter, che disse durante l’omelia conclusiva del sinodo diocesano del 1970-1973: ‘Si tratta della SUA Chiesa, non di una Chiesa secondo i nostri criteri. Solo dalla croce derivano fertilità e vita. Tutte le riforme senza nuova spiritualità conducono solo a nuove forme vuote’”.

Dimensione sociale della fede

Guardando al futuro, Ivo Muser sottolinea che “diventa sempre più importante rimanere fedeli alle nostre convinzioni cristiane: non in modo ideologico, non guardando al passato e neanche con l’intento di ottenere applausi.” È quindi il momento di saper andare controcorrente, di “parlare di gioia e speranza e di mostrare concretamente la nostra fede in pubblico. Il vescovo rimarca in particolare “la dimensione sociale del professare la fede, senza la quale essa non può essere definita cristiana: l’impegno per la protezione della vita umana dal concepimento fino alla morte, l’aiuto al prossimo, il volontariato, la disponibilità a sostenere e supportare progetti sociali e caritativi, la condivisione personale e strutturale con chi ha bisogno di aiuto, la capacità di rinuncia nel nostro comportamento consumistico e nel nostro atteggiamento verso il Creato. I cristiani devono essere riconosciuti come persone che non usano la violenza e promuovono la pace in mezzo a un mondo ferito e polarizzato.”

E proprio la Quaresima, ricorda il vescovo, “vuole aiutarci e incoraggiarci a vivere in modo più semplice, consapevole, umile, scoprendo che questo porta anche un valore aggiunto. Il tempo del digiuno e della Pasqua (dal Mercoledì delle Ceneri fino a Pentecoste) è quel periodo dell’anno liturgico che vuole guidarci in modo particolare verso il fondamento della nostra speranza, lasperanza pasquale: Gesù Cristo e la fede in Lui sono un dono per le persone, questa fede dona speranza e orientamento – nella vita e nella morte.”

Il testo integrale della Lettera pastorale per la Quaresima 2024 è online su www.bz-bx.net/letterapastorale2024 o qui in format PDF